No, sulla questione relativa all’incidente alla freccia tricolore non intendo fermarvi, non lancio il sasso per poi nascondere la mano, dunque vi racconterò tutto. Perché è giusto così, e così come ho anticipato che sarebbe accaduto un incidente ad un aereo della pattuglia acrobatica, ritengo doveroso arrivare fino alla fine per giungere al perché l’incidente è accaduto e cosa accadrà dopo questo incidente. Per arrivare alla conclusione, occorre attraversare le diverse tappe della vicenda, a partire dal video dello schianto. Non propongo il video perché lo conoscete benissimo tutti quanti, e perché vorrei che lo vedeste con occhi nuovi, seguendo le mie parole presenti in questo editoriale.
Chi filma?
Non si sa. Esiste un solo filmato del decollo e dello schianto. Quasi sapesse (la persona che lo ha realizzato), che in quel momento sarebbe accaduto qualcosa. Si tratta di un uomo (lo sappiamo perché alla fine impreca), sta sul ciglio della strada con le macchine che lo sfiorano. Già questa non è una cosa normale. Si parla di uno stormo di uccelli che hanno rotto il motore della freccia, ma nel video non si vede nessun uccello, di più, ormai in qualsiasi aeroporto ci sono sistemi che impediscono agli stormi di creare danni. L’aereo prova a decollare, si vede che va giù, si vede che il pilota si lancia fuori dall’abitacolo, dunque lo schianto e la palla di fuoco. L’uomo impreca e chiude la telecamera, mentre le macchine (attenzione), quasi fossimo in un film o stessero seguendo un copione, non si fermano e proseguono con naturalezza. Come non fosse accaduto nulla, come non avessero né visto, né sentito nulla. Semplicemente irreale.
Continuate ad unire i puntini, a domani per la terza parte del racconto.
Davide Zedda
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