Tutto ciò che è guerra in Ucraina è stato completamente cancellato dal palinsesto televisivo, dove si parla delle peggiori cose tranne che della guerra in Ucraina. Intanto, anche il dramma palestinese è pressoché scomparso dalle cronache. Ciò vale per i media tradizionali che nella libera informazione.
La guerra in Ucraina esiste così come resta vivo il pericolo nucleare, idem in Palestina, dove si sta consumendo un olocausto che ho cercato di raccontavi nel migliore dei modi anche attraverso documenti shock, di quelli che normalmente i fanno saltare sulla sedia (vedi il documento per la deportazione forzata di due milioni di palestinesi da Gaza in Egitto), giusto per citarne uno.
Se da una parte i media tradizionali smettono di parlare delle guerre (vuoi perché non fanno più audience, vuoi perché lo sporco lavoro di far passare per cattivi russi e palestinesi è stato portato a termine con grande facilità), ora i media hanno bisogno di bollicine, delle notizie frizzanti, di scandali e disgrazie, di gossip e dibattiti e mille altre idiozie.
Essendo la televisione uno strumento di distrazione di massa, ecco che essa necessita di continui dibattiti capaci di dividere gli italiani e fare in modo che essi abbiano sempre qualcosa di cui parlare. Non si parla di Ucraina, non si parla di Palestina, ma si parla della Ferragni. Non so se rendo l’idea, in tv è ovvio che si fa così, pochi giorni e si cambia pagina e dibattito, ma la libera informazione non può scendere alla livello di occuparsi della Ferragni. Ed invece sta accadendo. La libera informazione non può seguire l’agenda dei media tradizionale, nel momento in cui lo fa, essa muore.
Davide Zedda
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