Siamo giunti alla vigilia dell’inizio della protesta degli agricoltori italiani, così dovrebbe essere, così però non pare, tanto che neppure la libera informazione ne parla. Ho dato loro spazio più volte (mi riferisco agli agricoltori), non hanno riscosso successo (ma siamo in una fase dove non interessa nulla, ovvero il peggior modo per affrontare le nuove e già presenti emergenze), insomma, vorrei sottolineare che io proseguo ovviamente per chi ha compreso sostanzialmente due cose: la drammaticità del momento che stiamo vivendo e il fatto che alla prossima emergenza globale si salverà soltanto chi ne avrà facoltà di conoscenza, una conoscenza che occorrerà avere in anticipo. Detto, ciò, ci siamo, l’agricoltura sta rischiando di scomparire (avete idea della gravità della cosa?), il quadro è grave ed è quello che già conoscete, anche negli aspetti negativi, vedi gli agricoltori che per un motivo o per un altro svendono le proprie terre al migliore offerente, e quelle terre restano incolte. Magari ci mettono una pala eolica. 

Quindi 

La poderosa protesta degli agricoltori in Germania non ha portato (al momento, sia chiaro), a nessun risultato positivo, ora c’è da capire la portata della protesta italiana, ma tutto lascia pensare (da ciò che filtra), che certamente non sarà poderosa. Ad ogni modo (come già promesso giorni fa), il sottoscritto sarà al fianco degli agricoltori fintanto che questi faranno qualcosa di tangibile e concreto, di inutili proteste, in questi tre anni ne abbiamo viste abbastanza. Ricordo (ad esempio), che abbiamo sostenuto la lotta dei ristoratori, che poi al momento della riapertura hanno imposto il green pass. 

Quale lotta 

Pare non ci sarà nessuna lotta dura, ma un’ordinata protesta che (secondo me), non porterà a nulla. Sono tre anni che vi dico che nessun Cristo scenderà dalla croce per salvarci. 

Davide Zedda

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