Ricevo e condivido
“Il nuovo Trattato Pandemico è la nuova leggenda metropolitana che agita ogni tot giorni il mondo dell’informazione alternativa.
Di fatto, per ora, e in assenza di prove o documenti, di questo si tratta: di una leggenda metropolitana. Questa prevede che l’OMS riceverà pieni poteri di polita sanitaria (secondo i più catastrofisti anche di politica interna) in caso di pandemia, avocando a sé la sovranità degli Stati e in modo vincolante.
L’idea che addirittura possano essere trasferiti poteri decisionali su temi di polizia o sicurezza/interni era francamente fantapolitica e infatti già si sente di meno. Ma di fatto lo spauracchio del Trattato Pandemico viene ciclicamente agitato, come il campanello di Pavolv, da varie testate o canali per riattivare l’attenzione dei propri follower, a quanto pare.
Ad oggi rilevo, e invito chiunque a SMENTIRMI con DATI o DOCUMENTI (sia pure in forma di bozze e proposte), che:
1) Si continua a fare confusione fra riforma del Trattato Pandemico e quella del Regolamento Sanitario Internazionale.
2) Al momento nessuno conosce lo stato dell’arte di eventuali trattative né le proposte dei vari Paesi in discussione. Ricordo che effettivamente una proposta di una qualche “cessione di sovranità sanitaria” venne avanzata nel 2022 ma per ben due volte fu respinta (a giugno e settembre di quell’anno) non trovandosi la maggioranza, anche soprattutto per l’opposizione in blocco degli Stati africani. Alla luce di questo, in ogni caso, rispetto a quelle proposte iniziali, ogni eventuale accordo non potrebbe che essere fatto al ribasso.
3) l’attuale situazione geopolitica e il quadro delle relazioni internazionali, ora decisamente mutato, difficilmente indurrebbe potenze emergenti, e aspramente in lotta contro la leadership occidentale, a delegare la propria sovranità a un ente che non possono influenzare se non in minima parte, e che è finanziato da centrali economiche prevalentemente occidentali.
In mancanza di elementi sostanziali che mi facciano cambiare idea, ritengo appunto questa storia, che ogni tanto ricompare, come una leggenda metropolitana, al pari dei famosi “biolaboratori” che dovevano costruire in Italia, e di cui non si è visto, a distanza di anno, uno straccio di proposta di legge”.
Fonte (Il Veritiero)
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