Eccomi, ho riflettuto molto prima di scrivere questo editoriale, ma la verità va raccontata, nuda e cruda per ciò che è. Tra sabato notte e domenica, abbiamo rischiato seriamente l’irreparabile. Detto che le agenzie di stampa continuano a dare per imminente l’attacco “su misura” da parte di Israele contro l’Iran (che peraltro con sinistri messaggi e video si dice pronto alla sfida), ebbene, facendo un passo indietro di qualche giorno, per quanto questi discorsi interessino a poche persone, va detta la verità finì in fondo, senza sconti, perché la vita non conosce compromessi.
E da giornalista non posso assolutamente tacere, nella speranza che le cose vadano meglio per il mondo intero e perché in troppo pochi hanno raccontato e compreso cosa è accaduto e cosa poteva accadere nella drammatica notte tra sabato e domenica, insomma, lo scorso inizio di fine settimana, quanto abbiamo rischiato di finire in mezzo e nel mezzo di una guerra totale, forse perfino nucleare.
Ben sappiamo l’Iran (e ben ne consociamo i motivi), ha attaccato Israele, tutto sommato in maniera dimostrativa, potevano fare molto peggio e molto male, hanno scelto di non farlo. Alla notizia che Israele pensava (proprio in quelle ore), si attaccare a sua volta l’Iran, le diplomazie di tutto il mondo sono riuscite a scongiurare il peggio. Sì, perché da Mosca (in quei minuti), è arrivata una nota ufficiale che non lasciava dubbi “se Israele attacca l’Iran”, noi attacchiamo immediatamente Israele.
Sì, amiche ed amici. Siamo andati ad un passo dalla fine o ad un passo dalla guerra totale. Il mondo intero è seduto su una polveriera. Come potrei tacere? È più importante fare informazione o contare i follower? E non finisce qui.
Davide Zedda
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