Sul caso del rilascio di Julian Assange si è giustamente sollevato un vespaio di polemiche e dubbi non della sua liberazione, ma a seguito del messaggio a mezzo X da parte della moglie, che testualmente recita: “URGENTE: Appello d’emergenza per donazioni a copertura dell’enorme debito di 520.000 dollari per il jet. Il viaggio di Julian verso la libertà ha un costo enorme: Julian ha un debito di 520.000 dollari che deve restituire al governo australiano per il volo charter VJ199. Non gli è stato permesso di volare su linee aeree commerciali o rotte per Saipan e poi per l’Australia. Qualsiasi contributo, piccolo o grande, è molto apprezzato.”

Intanto non esiste nessun volo privato che possa costare quella cifra, anche se poi non si capisce perché da uomo libero abbia preferito o dovuto prendere un jet privato piuttosto che dei voli di linea, visto che comunque non è stato recuperato da un volo di Stato. 

Detto ciò, se non avesse avuto soldi non sarebbe potuto rientrare, per cui anche questa cifra di mezzo milione di dollari se non era disponibile sul momento, viene difficile pensare che prima prendi il volo, intanto raccogli i soldi, poi paghi quando li hai. 

In verità la cosa più probabile, l’ipotesi più probabile a stamani, è quella dell’hackeraggio del profilo X della moglie di Julian. Ci tengo inoltre a specificare che questo editoriale esula da qualsiasi giudizio sull’uomo e sul giornalista. 

Davide Zedda

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