Lo abbiamo visto e ve l’ho raccontata nella notte, Pavel Durov è stato rilasciato dietro cauzione (cinque milioni di euro), ed ha immediatamente abbandonato (così pare ma non vi è il sigillo della certezza, attenzione), Parigi attraverso un volo privato non di sua proprietà, abbiamo visto giusto ieri che Durov sostanzialmente non possiede nulla, per scelta, quindi il volo (nel caso), se lo è pagato. Ignora la destinazione, Macron beffato, perché alla fine Durov in Francia è possibile non lo si vedrà mai più per quanto ora per legge ci sarà un giudice che dovrà contestare a Durov vedremo esattamente che reati e vedremo come si evolverà la situazione che ad ogni modo sa tanto di buco nell’acqua.
Tutto ciò (l’arresto di Durov), nei giorni (abbiamo visto i documenti), in cui Zuckerberg ha ammesso ciò che sapevamo. Il gruppo META era al servizio della Casa Bianca e si tutti gli altri governi occidentali per bloccare sui propri social qualsiasi notizia e/o informazione che non fosse in line con il pensiero unico dominante in riferimento alla farsa pandemica.
Peraltro il clamore intorno al caso Zuckerberg è tale soltanto ai fini dell’ammissione di colpa di mister META che di fatt ha fatto sapere ciò di cui eravamo già ovviamente a conoscenza. Lui censurava e depistava, Durev dava e continua a dare piena libertà. Morale della favola?
In questi giorni la app di Telegram ha avuto un boom di download risultando la più scaricata in assoluto per il semplice motivo che la gente ha aperto gli occhi, ha saputo di essere non solo censurata ma in primis intercettata e spiata in qualsiasi attività svolta sui social META con tanto di dati (quelli degli utenti), in mano alla speciale commissione europea.
Davide Zedda
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