IL COMMENTO ALLA NOTIZIA | Come ampiamente previsto dal sottoscritto in tempi non sospetti, il PNRR sta miseramente fallendo. Detto che occorre sempre spiegare ai lettori che i soldi del PNRR altro non sono che soldi nostri che ogni anno versiamo alla UE, che poi (leggete che fregatura), li può ridare indietro sotto forma di presiti con gli interessi per cercare di risolvere emergenze strutturali concordate (anzi, dettate dalla UE), nei tempi e nei modi esattamente come accaduto con la Troika. Chiaro?
Che succede
Nei mesi scorsi abbiamo saputo per bocca della Meloni, che Draghi è scappato lasciando scoperti 30 obiettivi su 55. Ora il mantra non è soltanto fare presto e risolvere tutto entro i primi mesi del 2023, perché la verità è che il PNRR (per fortuna), è naufragato ancor prima di prendere il largo. Ed ora sono a rischio 40 miliardi e 23 mila cantieri.
Oggi
La situazione peggiora (punti di vista, migliora), perché a completamento di quanto già illustrato, ecco un aggiornamento molto importante che ci informa che anche la scadenza di giugno è saltata con ben sette obiettivi da rinegoziare. Ciò che i media di regime vendono come un’occasione straordinaria per il nostro Paese, altro non è che un debito con i nostri soldi e con gli interessi che si incassano soltanto rispettando i progetti di piacimento alla UE. Una Toika, punto. E la cosiddetta contoinformazione come mai non ne parla? Bhe, sono lì per questo. Obbediscono al sistema che li paga.
Davide Zedda
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