IL COMMENTO ALLA NOTIZIA | Dopo che Papa Francesco ha ammonito direttame in occasione dell’Angelus in relazione al fatto che Wojtyla è un santo e quindi non si può neppure nominare, figuriamoci tirare in ballo così come ha fatto Pietro Orlandi, che però non ha fatto nulla di male se non raccontare la verità circa Wojtyla, dunque delle sue uscite notturne dal Vaticano “non certo per andare a benedire le case”, e più in generale (ben lo sappiamo e lo abbiamo visto anche nelle mie inchieste video e scritte), Wojtyla è stato uno dei grandi protagonisti sia del capitolo pedofilia in Vaticano che uno dei massimi responsabili (ovviamente non in prima persona), della scomparsa di Emanuela Orlandi. In più fu abilissimo a depistare quando all’Angelus fece l’appello alla restituzione della ragazza rapita, facendo passare così il Vaticano a vittima e non a responsabile di quanto accadde.
Detto ciò
La lettera anonima ricevuta da Pietro Orlandi dimostra quanto da tempo vado racontando e scrivendo. Dopo quarant’anni la volontà del Vaticano ad arrivare ad una verità dicibile (non la verità), su quanto accaduto alla giovane ragazza, c’è: ma le condizioni ovviamente le dettano loro. Quindi (in primis), Santo Wojtyla non si deve nominare.
Quindi?
Appare evidente che la verità non la si voglia neppure consegnare alla famiglia Orlandi, che dovrà invece con ogni probabilità accontentarsi (se mai ci sarà), della cosidetta verità dicibile. Pietro Orlandi queste cose le sa, ed infatti ha voluto sollevare il polverone Wojtyla, perché Pietro Orlandi non si accontenta di una verità dicibile, ma vuole la verità.
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Le mie inchieste esclusive sul caso Orlandi (Video Parte 1 Video Parte 2)
Davide Zedda
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