Faccio mie le parole che Giulietto Chiesa pronunciò in data 25 aprile 2020, ovvero il giorno prima della sua morte. Parole profetiche, ma anche allo stesso tempo un testamento, un passaggio del testimone che se non avverrà, ne pagheremo tutti un costo altissimo in termini di libertà personali. Ancora una volta (mai come stavolta), non ci sarà spazio per individualismi. 

O tutti noi raccoglieremo il testimone, o nulla più ci sarà da fare. Il tempo della delega è finito da un pezzo, come ho sempre detto fin dal 2020, nessun Cristo scenderà dalla croce per salvarci, ancora una volta dipende e dipenderà tutto da noi, sta a noi decidere se vivremo liberi o schivi. Intanto, la clessidra ci dice che il tempo sta per scadere, che siamo agli sgoccioli. 

La frase di Giulietto 

“I mesi a venire saranno una successione di colpi, di terremoti, di attentati alla nostra libertà. Se milioni di pecore spaurite ascolteranno e vedranno solo ciò che suona il pifferaio magico, allora finiremo tutti in schiavitù. È il momento di svegliarsi”. 

Conclusione 

A queste milioni di pecore spaurite si sommano i milioni di resistenti e combattenti che sono scappati dalla lotta e sono ritornati all’inutile e pericolosissima effimera libertà del 2019. Così, come nulla fosse, come nulla fosse accaduto, sono perfino ritornati anche nei luoghi dove non gli era permesso entrare, dimenticando non solo cosa ci è stato fatto, ma anche dimenticando chi per loro ha lottato e fatto cose importanti. Forse non è troppo tardi, forse possiamo ancora farcela. Dipende tutto da noi, ed è proprio questo fattore che mi fa un’immensa paura. Siamo chiamati alla scelta, immediatamente. Io intendo stare liberi, ma da solo nulla posso. Voi? 

Davide Zedda

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