Oggi e domani parlo di Gaza. Partiamo con il dire che già nel 2014 si sapeva che l’obiettivo di Israele era quello di ridurre a zero  la resistenza palestinese, e già a allora (dieci anni fa), eravamo davanti ad un progetto di pulizia etnica. È da allora (non da oggi), che non c’è più spazio per uno stato palestinese, né la possibilità che si possa arrivare ad una pacificazione. La fine di Gaza, la riduzione di Gaza ad un microscopico fazzoletto è realtà. La risoluzione di pace presso le Nazioni Unite fu rigettata soltanto dagli Stati Uniti (questo nel 2014), ciò non toglie che gli altri paesi occidentali abbiano fatto di meglio o abbiano meno colpe, semplicemente non si sono schierati, e nel non schierarsi a mezzo astensione hanno dato il via libera alla chiusura di qualsiasi tentativo di pace. Pesi europei (Italia in primis), oggi come allora sotto controllo e sotto pressione degli USA e di Israele. 

Sempre nel 2014, Giulietto Chiesa disse testualmente: “Avevo previsto che sarebbero stati numerosi, molti giri intorno al sole e che li avremo fatti tutti insieme più o meno in difficoltà. Ma sebbene mi diano del catastrofista devo dirvi che temo di essere stato troppo ottimista. Comunque buona fortuna, perché ne avremo bisogno tutti, io e voi. Ma il modo migliore per procurarsela la fortuna è quello di scendere in piazza oggi. Muovetevi dalle vostre case, non pensate che qualcuno vi risolva le questioni per conto vostro”.

Conclusione 

Nulla è stato fatto, l’appello di Giulietto Chiesa non venne accolto e ancora oggi non si muove nulla sul fronte popolare. Io continuo a dirvi che la fine della Palestina significherà la fine di ogni libertà per qualsiasi cittadino europeo. Forse questo mio concetto verrà compreso soltanto tra dieci anni, eppure lo sto spiegando in ogni modo a me possibile. 

Davide Zedda

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