Sulla questione assalto eolico e fotovoltaico con tanto di esproprio di terreni fertili, noto che la situazione non è minimamente chiara alla stragrande maggioranza delle persone. Nonostante ne parli da parecchio tempo, nonostante abbia dimostrato con tanto di mappe, numeri e dettagli che il problema (per via di una legge dello Stato varata dal governo Draghi), è un problema italiano e non solo sardo, continuo a ricevere messaggi (graditissimi), da parte di persone che preoccupate per quanto sta accadendo in Sardegna, senza che esse sappiano che la stessa cosa sta capitando anche in penisola, dove peraltro ci sarebbero i tempi tecnici per una rivoluzione preventiva, che in Sardegna non c’è stata e che dunque non fermerà l’assalto.
Prima di venire nuovamente ai numeri, mando un caloroso saluto (resto a vostra disposizione), alle donne e gli uomini del presidio del del porto di Oristano, dove stanotte è accaduto quanto visto nei video della notte, peraltro (pensate un po’), proprio anche nel momento in cui davo i video non si registravano condivisioni ed il canale continuava e prosegue la sua marcia verso il basso.
Evidentemente non interessa neppure questo tema. Vanno forte le puttanate come fascicolo sanitario digitale, trattato pandemico e via dicendo moltiplicato mille altre idiozie in mano alla falsa controinformazione, ai profeti di sventura e professionisti del terrore. Arriverà il giorno che vi prenderanno la casa perché il terreno fertile in cui è ubicata serve per metterci pale eoliche e fotovoltaico ed andrà bene così perché non si tratta di un obbligo vaccinale.
I numeri
Impianti off-shore: 87 sparsi per tutta la penisola (Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna, Toscana, Sicilia. Così, giusto per iniziare e far diventare tutta Italia identica alla Sardegna, i cui numeri sono i seguenti: 1200 pale a mare, 70 mila ettari di terreno fertile da espropriare per metterci gli impianti fotovoltaici. Altre tremila pale terrestri in terreni fertili.
Ecco, prendete questo scenario e applicatelo ad ogni regione italiana. Poi ditemi che è un problema sardo. Si parte dalla Sardegna, ma è una catastrofe economica, paesaggistica e di salute che riguarda tutti!
Davide Zedda
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