Mentre l’orologio dell’apocalisse segna le 23:50:30 (ovvero novanta secondi alla fine del mondo, mai stato così vicino alla mezzanotte), oggi ricordiamo Hiroshima, rasa al suolo in un attimo a causa della bomba nucleare americana sganciata oggi 6 agosto 1945 alle 8 del mattino di 79 anni fa dai criminali americani che uccisero centoquaranta mila persone, quasi tutte all’istante. 

Poi il conteggio si è perso causa le continue morti da radiazioni, tumori, creature che nascevano morte o deformi. Ancora oggi l’effetto delle radiazioni si fa notare. La storia la scrive chi vince, dunque si è sempre detto che fu un gesto (come quello di pochi giorni dopo su Nagasaki), necessario, indispensabile per porre fine alla guerra. 

Balle! Gli americani avevano voglia e necessità di sperimentare la bomba nucleare, sapendo in partenza che avrebbero creato una carneficina nell’immediato e nei decenni. Più che un atto di guerra, un attentato criminale, che oggi va ricordato. Oggi che viviamo un tempo che ci indica che l’umanità non mai stata così vicina alla propria fine. 

Riflettiamo. 

Davide Zedda

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