Il nord di Gaza sta affrontando il momento più buio dall’inizio della guerra. È il messaggio lanciato dall’alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk. Che però ha commesso un errore (ovviamente voluto) nel linguaggio utilizzato. Perché come detto è spiegato più e più volte a Gaza e in Palestina non vi è nessuna guerra ma un massacro, un vero e proprio olocausto da parte di Israele nei confronti del popolo palestinese con il chiaro obiettivo dichiarato di ammazzare tutti e deportare in Egitto coloro i quali si salveranno dalla morte. 

Israele ammazza per primi i bambini in maniera strategica e dottrinale. Non devono vivere, non devono moltiplicarsi, devono dunque essere uccisi e scomparire prima che possano un domani organizzare una reazione contro Israele. Uccidere donne e anziani è per Israele cosa semplice, pochi gli uomini che resistono.

Netta condanna

“In modo inimmaginabile la situazione sta peggiorando di giorno in giorno. Le politiche e le pratiche del governo israeliano nel nord di Gaza rischiano di svuotare l’area di tutti i palestinesi. Stiamo affrontando ciò che potrebbe equivalere a crimini atroci, potenzialmente estendendosi a crimini contro l’umanità”, ha affermato Volker Turk in una nota. 

Sbagliando nuovamente i termini, perché non sono potenziali crimini contro l’umanità: a Gaza sono in atto crimini contro l’umanità. Che l’Onu prenda posizione condannando Israele è comunque un passo avanti, fermo restando che in concreto fino ad ora sono riusciti ad ottenere soltanto uno stop parziale al genocidio per vaccinare i bambini contro la polio. 

Sei nel fango, sei nella polvere, non hai cibo, non bevi, attendi la morte ma nel frattempo si vaccinano.     

L’Onu comunque non ha più senso di esistere, svuotato cosi come si trova di qualsiasi potere reale.

Davide Zedda

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