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Davide Zedda
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Mentre l’orologio dell’apocalisse segna le 23:50:30 (ovvero novanta secondi alla fine del mondo, mai stato così vicino alla mezzanotte), oggi ricordiamo Hiroshima, rasa al suolo in un attimo a causa della bomba nucleare americana sganciata oggi 6 agosto 1945 alle 8 del mattino di 79 anni fa dai criminali americani che uccisero centoquaranta mila persone, quasi tutte all’istante.
Poi il conteggio si è perso causa le continue morti da radiazioni, tumori, creature che nascevano morte o deformi. Ancora oggi l’effetto delle radiazioni si fa notare. La storia la scrive chi vince, dunque si è sempre detto che fu un gesto (come quello di pochi giorni dopo su Nagasaki), necessario, indispensabile per porre fine alla guerra.
Balle! Gli americani avevano voglia e necessità di sperimentare la bomba nucleare, sapendo in partenza che avrebbero creato una carneficina nell’immediato e nei decenni. Più che un atto di guerra, un attentato criminale, che oggi va ricordato. Oggi che viviamo un tempo che ci indica che l’umanità non mai stata così vicina alla propria fine.
Riflettiamo.
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Ben sapete che non amo intervenire subito, ma riflettere su ciò che accade per poi darne una chiave si lettura in sede di approfondimento. Ne hanno parlato tutti in stile cotto e mangiato, io ho deciso che oggi è il giorno giusto, oggi ho le giuste considerazioni da avanzare. Magari saranno anche le vostre, o forse no.
Angela Carini abbandona il ring nel match contro Imane Khelif ed esplode il finimondo. Chi contro la Khelif, chi contro la Carini, chi contro tutti. Ma la Khelif non è una donna, è un uomo, punto. Per cui su quel ring non ci sarebbe dovuto essere, ma queste ben sappiamo sono Olimpiadi gender sataniche.
Amiche ed amici, sbaglia chi critica la scelta dettata dalla paura della Carini di abbandonare il ring, sbaglia tutta l’aria politica (ovviamente la cosiddetta sinistra che ormai prende voti solo da quel bacino di elettorato), che sostiene la femminilità di Imane Khelif che invece va ripetuto è un uomo.
L’errore?
La Carini merita soltanto applausi, tutte avrebbero dovuto fare come lei e far vincere senza mai combattere Khelif. Ritirandosi tutte senza combattere avrebbero sollevato un gran casino, con lui che sarebbe andato a prendersi una medaglia priva di qualsiasi valore. In più se combatti entri nella spirale del sistema della legittimazione gender, combattendo legittimi il fatto che un uomo diventa donna per un concetto filosofico gender e non per natura, perché per natura è un uomo.
L’avrei voluto vedere (lui e chi lo sostiene, Boldrini in primis), lì sul podio da solo a mostrare la medaglia che non ha valore. Ed invece combattendo è stato legittimato come uomo andando a creare un orrendo precedente, fermo restando che queste sono le Olimpiadi dove i maschi giocano e gareggiano a fare le donne, perché così l’agenda mondiali sta ha deciso. Ed allora se si è contro non si gareggia. Punto.
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Questo editoriale è figlio delle mie e delle vostre osservazioni, e ciò che la maggioranza di noi ha potuto osservare per un lungo periodo fino ad ieri è la pressoché totale assenza di scie chimiche dai nostri cieli e la totale assenza di operazioni di oscuramento del sole.
Non capitava da tantissimo tempo che ciò si verificasse così su larga scala per un pericolo così lungo.
C’è chi dice che riprenderanno più forte di prima, chi giustamente fa osservare che con l’intelligenza artificiale (così come scrissero perfino sui giornali), sarebbe possibile eliminarle, e magari stanno cominciano ad eliminarle dalla nostra vista ma esse ci sarebbero, chi più in maniera più fine ha fatto notare che le nostre segnalazioni, il fatto stesso che la gente comincia a vedere in cielo perché è impossibile non vederle, abbia spinto la macchina delle scie chimiche a rallentare.
Tutto può essere, resta la cronaca (diciamo così), ovvero che per un lungo periodo non ci sono state scie chimiche. Che a quanto pare in alcune zone di Italia sono riprese ieri. Mai tuttavia abbandonare la lotta, da quelle scie sappiamo quali veleni cadono al suolo, entrano nei nostri polmoni, cosa mangiamo e beviamo. È una lotta che non possiamo mai in alcun modo abbandonare. E quando vediamo scie chimiche chiamiamo chi di dovere per segnalare e denunciare, è una strada che abbiamo già battuto e che dobbiamo continuare a percorrere: IL LINK ALLA LOCANDINA CON TUTTI I NUMERI DA CHIAMARE
Davide Zedda
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Oggi proseguiamo e chiudiamo il discorso sulle rinnovabile, ma partendo dal fatto che per comprendere questo editoriale occorre necessariamente aver letto quello di ieri (ecco il link). Per rinnovabili si intendono eolico, off-shore e fotovoltaico.
Dalla realizzazione dei progetti, al via libera agli impianti, a quanto lo Stato paga per singola pala. A tal proposito (siamo ora nella seconda parte del discorso), abbiamo visto che il costo delle rinnovabili lo paghiamo noi, ma non tanto per dire, lo paghiamo noi nel vero senso della parola. Un passo indietro: “Partiamo da una considerazione, chi possiede pale eoliche, possiede un milione di euro per ogni singola pala. Ogni singola pala è alta circa duecento metri, il bene più prezioso (ovvero il paesaggio), viene ucciso. Per mettere pale eoliche e impianti fotovoltaici si confiscano per legge senza possibilità alcuna di fare opposizione, terreni fertili e abitazioni”.
Il costo medio che paghiamo per una singola pala eolica (poi c’è il fotovoltaico e l’off-shore, è pari ad un milione di euro a pala che vanno nelle tasche delle aziende che le impiantano, essendo che l’Italia è il Paese dove pagano meglio, eccoli tutti venire qui.
Paghiamo noi
E paghiamo attraverso le bollette della luce, dove troviamo la voce oneri di sistema (voce reinserita nel gennaio 2924, precedentemente momentaneamente sospesa nel periodo del caro bollette causa guerra, quella era la scusa per speculare). Ebbene (anzi male), con gli oneri di sistema paghiamo l’eliminazione delle scorie nucleari pur non avendo neppure una centrale nucleare, e poi la rinnovabili.
Un esempio
Su una bolletta da 150 euro bimestrale della corrente elettrica paghiamo si oneri di sistema 33 euro, e dentro quei 33 vanno alle rinnovabili. D’altronde ogni singola pala viene pagata un milione di euro. Per l’esattezza 140 mila euro per ogni megawatt. Totale annuo per ogni singola pala un milione di euro che finiscono nelle tasche dei possessori delle pale.
Davide Zedda
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Con l’editoriale di oggi vado a creare una due giorni circa la reazione dei lettori dei vari giornali on line sotto forma di commenti nelle fanpage dei giornali stessi. Ieri abbiamo visto come ormai non passa più impunita la pioggia di notizie circa le morti improvvise, oggi andiamo a notare come nessuno crede più al covid.
Mi spiego meglio. In questi giorni i giornali stanno parlando (non si sa come, perché e pagati da chi), di una clamorosa risalita dei contagi in vista di un autunno (scrivono), che dunque preoccupa.
Sono andato a curiosare tra i commenti nei vari giornali e mi sono resto conto che così come le morti improvvise non passano più inosservate e non si legge più che è sempre successo, per la nuova immaginaria ondata di contagi covid si leggono i peggiori insulti nei confronti dei giornali che riportano la notizia, certamente falsa ed offerta sulla base del nulla, anche perché per essere vera comporterebbe un monitoraggio (che non c’è più), su coloro i quali senza sintomi o con raffreddore o febbre correrebbero in farmacia a fare un tampone.
Detto che tutto ciò non è più credibile (qualche esaltato ci sarà, sia chiaro), l’opinione pubblica non se la beve minimamente e non si fa spaventare da un eventuale raffreddore o influenza, tutti sanno come ci si cura, tutti sono ritornati alla normalità.
Tranne i giornali, certamente pagati dalle big Pharma che spingono per sollevare il livello di tensione nella speranza che in autunno inverno qualcuno si vaccini.
Davide Zedda
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