Il 2 Giugno va ricordato per ciò che è, non può passare il concetto di festa della repubblica. Intanto l’Italia è una repubblica poco democratica con picchi di atrocità che abbiamo vissuto ad esempio durante l’apartheid e più in generale in questi ultimi quattro anni, ma non solo. Fondata sul lavoro? Assolutamente no. La sovranità appartiene al popolo?
Assolutamente no. L’Italia è una repubblica figlia degli accordi di Jalta, o meglio, delle imposizioni di Jalta. Accordi e imposizioni che fin da subito hanno reso l’Italia una repubblica a sovranità limitata, schiava di Washington (dove da sempre sono arrivati gli ordini più importanti e non), poi schiava della NATO e della Unione Europea. La sovranità nazionale ha visto il proprio momento di gloria con la vicenda ed i fatti di Sigonella.
Mi piace evidenziare (non si può non farlo), che la tanto odiata prima repubblica (che andava demolita per fare spazio alla strada che poi avrebbe portato ai politici di oggi), vantava nomi (giusto qualcuno), come Moro, Berlinguer, La Malfa, Almirante, Craxi, Andreotti. Comunque la su pensi o la si voglia pensare, nomi di altissimo livello, di caratura mondiale. Con la caduta della prima repubblica, e più in generale dopo il golpe di mani pulite, il concetto di sovranità nazionale e democrazia, sono stati definitivamente spazzati via. C’è un’agenda, chiunque va al potere si piega ad essa. Punto. Provo imbarazzo nel pensare che mentre scrivo è in corso a Roma la parata militare, che personalmente mi riconduce alla mente la canzone di Fabrizio De André dal titolo Sulla cattiva strada vi consiglio vivamente di ascoltare.
Davide Zedda
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