1 Maggio, la retorica politica, sindacale e di Stato, festeggiano il lavoro e i lavoratori. Quale lavoro? Quello sempre più precario tanto che arriva ad essere a chiamata? Quello sottopagato? Quello in nero? Quello che stipendi e salari non sono più sufficienti ad arrivare alla fine del mese? Quello che i giovani non trovano?
Quello che costringe gli anziani a non poter andare in pensione ? Quello che dopo una vita passata a lavorare non garantisce una pensione dignitosa? Quello che comunque in pensione non ci andrai mai?
Quello dei morti sul lavoro? Di quale lavoro parlano? Cosa festeggiano? Quello fatto di cassa integrazione a zero ore? Di che lavora parlano? Di quello che progressivamente non vi sarà più perché verrà meno a causa dell’intelligenza artificiale che già oggi toglie sempre più posti di lavoro? Quello che a causa dell’intelligenza artificiale porterà milioni e milioni di disoccupati che verranno obbligati ad una vita a crediti ed obblighi per poter mantenere il reddito universale?
Basta retorica, si guardi in faccia alla realtà delle cose. Perché lo scenario descritto è già realtà da tempo ed è in peggioramento, quanto al reddito universale non so più come spiegarlo. Se non ci si ribella ora, sarà la fine di ogni libertà. Sì salveranno in pochissimi, forse soltanto chi lavora la terra. Non è un caso che Gates ha investito proprio sull’agricoltura, non è casuale neppure la risposta che Nicola Grauso diede già nel 2020 alla domanda “se avesse mezzo milione di euro, in cosa li investirebbe?”. Farei l’orto, disse.
Davide Zedda
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