In Sardegna è scattata (così come altrove), l’allerta siccità con le le prime misure restrittive. Insomma, un disastro, in primis per il mondo della campagna e della agricoltura. Vi parlo della Sardegna perché conosco bene la situazione. La siccità in Sardegna non è una montatura del mainstream, la siccità in Sardegna è un annoso problema reale. C’è sempre stata, ma sono sempre anche mancate le infrastrutture capaci di raccogliere molta più acqua rispetto a quanto accade oggi. E poi c’è il problema che un tempo potevano capitare e capitavano clamorosi periodi di siccità, ora la siccità è pane quotidiano, nel senso che sappiamo che si sta costantemente modificando il meteo attraverso la geoingegneria, tanto che se l’Italia che è il Paese scelto per sperimentare qualsiasi azione di geoingegneria, non oso immaginare cosa venga fatto sui cieli della Sardegna. Facile comprendere che ciò che beviamo (peraltro l’ho dimostrato mille volte sul Canale), è veleno. In primis l’acqua, ancor più quella in bottiglia.
Quindi?
Ovviamente in Sardegna si parla di siccità, come detto sono scattate le prime misure restrittive, ma alla fine la narrazione mainstream è funzionale agli ordini del sistema. La colpa non potrà mai essere della geoingegneria, ovviamente neppure delle carenti ed insufficienti infrastrutture, la colpa viene data al cambiamento climatico. Che ben sappiamo non esiste, ma sta diventando non solo un perfetto cavallo di Troia, non solo una cantilena da ripetere alla gente affinché senza farsi domande sia la colpa all’inesistente cambiamento climatico, ma anche il coperchio buono per coprire tutto: è sempre colpa del cambiamento climatico.
⚠️Soluzione
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Davide
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