Categoria: News (Pagina 10 di 139)

Editoriale 10 a settembre 2024

Piovono vetri ma si sta fermi in posa. Quale migliore frase per raccontare questi tempi? Fermi in posa, con le mamme felici perché riaprono le scuole, con una terza guerra mondiale alle porte ad est ed un genocidio stile olocausto a Gaza, talmente feroce che nessuno ha le cifre esatte dei gli uccisi, in gran parte sono donne e bambini. Piovono vetri e si sta fermi in posa. 

Fermi in posa a guardare l’ultimo gossip dell’estate, il caso Sangiuliano, (che la stragrande maggioranza degli italiani neppure sapevano fosse un ministro, figuriamoci a capo di quale ministero) fermo restando che interessa di più il gossip stile reality. È ripartito il calcio, che in realtà mai si è fermato, ora partono in sedie Uomini e donne, Temotation Island, Amici e Grande fratello. 

Questo è il grado medio dell’intelligenza della stragrande maggioranza italiana. Con i reality che hanno preso il posto della vita reale. Intanto (ho urlato più che potevo per farlo notare) ha chiaramente detto che se non verrà seguita la sua agenda, l’Unione europea cadrà, e la moneta unica scomparirà. Sì, ne siamo contenti. 

Ma ho dovuto ovviamente specificare che non può e non deve finire in catastrofe con un crollo stile default ma in maniera programmata. O non ci sarà un soldo e si ritornerà all’assalto ai forni. Ma la UE (questa è la buona notizia) così come ci racconto da anni, ha gli anni contati. Tanto che lo ha detto perfino Mattarella. Tutti stanno cercando (a parole) di salvare qualcosa (UE ed Euro) che sanno già essere destinati a morte certa. 

Restiamo fermi in posa o ci spostiamo un po’ più in là? Dano vax a no vox il passo è stato breve. Sto toccando con mano quanto è miserabile la vita e la stragrande maggioranza delle persone. Miserabile non in senso poetico, sia chiaro. Una guerra tra poveri. Reazione? Non vi è nessuna reazione. Non c’è lotta perché non c’è interesse, la voglia di impegnarsi pari a zero. Avevamo ragione su tutto e non vediamo il resto. Come se quel aver avuto ragione sia sufficiente a vita. Nessuno ci chiederà scusa, ma fermandoci non siamo si esempio. Quale morale in questa “favola”: occorrere essere eroi perché si verrà premiati, ma non in questa vita. Intanto, piovono vetri ma si sta fermi in posa. 

Davide Zedda

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Editoriale 6 Settembre 2024

Quanto spazio ha dedicato il Tg1 a chi ieri a Latina è morto sul lavoro a 58 anni? Zero.

Ai salari degli italiani, calati secondo Eurostat del 6%, mentre in Europa crescevano del 10%? Zero.

All’autodifesa di un ministro ridotto a macchietta? 10 minuti. Informazione da regime e sostanzialmente inutile. E quell’espressione informazione di regime non strizza l’occhio al cosiddetto centrosinistra (mai!) ma evidenzia che a parti inverse sarebbe accaduta la stessa identica cosa. Lo squallore è tale che neppure raconto quanto accaduto, perché vedete di ministri cornuti e che mettono le corna ne sono piene le istituzioni, vale per gli uomini come per le donne. 

Per cui arrivare (alla fine lo sto raccontando) a trasformare il servizio di informazione publica ad una sorta di Stranamore è allucinante e demenziale, in primis una vergogna! Un ministro va a riferire prima in Parlamento, poi si dimette senza chiedere (in questo caso alla Meloni) se le sue scuse (soprattutto alla moglie) sono reali. Infine si ritira a vita privata o ritorna al suo lavoro senza più occuparsi della cosa pubblica.

Oppure si fa come si è sempre fatto. Ovvero? Poiché come detto le istituzioni sono colme di cornuti e cornute, si va avanti senza sopportare immagini truci e degradanti al Tg1 della sera. E che cazzo! 

Davide Zedda

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Editoriale 5 Settembre 2024

Seguitemi, editoriale particolare. Viviamo un’epoca strana dove perfino un video o una foto non hanno più alcun valore e chiunque può essere sostituito come pare sia accaduto perfino con Biden. In tutto questo rumore mi colpisce il silenzio, perché quando sentiamo molto rumore occorre andare a vedere chi sta in silenzio. 

Sulla questione Durov (e il suo arresto) trovo rumoroso il silenzio di Assange, che nonostante abbia subito più o meno lo stesso trattamento non ha proferito mezza parola né pro né contro. Muto, e nulla si sa più di lui. Neppure se è vivo, ma dovrebbe essere vivo. No, perché così mi viene da pensare e chiedere provocatoriamente: siamo sicuri che sia lui quello che hanno liberato? D’altronde non si può certo negare il fattore che siamo nell’epoca del tutto può essere e nulla è sicuro. Fare fuori Durov? Non ha senso. 

Non ha detto come entrare nel sistema Telegram, puoi anche farlo fuori che non hai risolto il problema. Ma ripeto, siamo nell’epoca del tutto può essere. Vedo gente che sta preparando un autunno caldo, da consumarsi almeno pochi giorni prima il voto negli USA. 

Personalmente (e non da oggi) inizio ad averne paura. Pare (condizionale) ai stia concretizzando il discorso di una possibile terza guerra mondiale, le tessere del domino sono tutte in posizione quasi in attesa si capire chi sarà a toccare la prima tessera. 

Davide Zedda

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Editoriale 31 Agosto 2024

In merito alla scarcerazione di Pavel Durov è mio dovere concludere il discorso iniziato ieri dando delle certezze, ciò perché ieri, pur restando nel dubitativo, non sono stato preciso. Quindi? Come stanno le cose? Il patron di Telegram è stato scarcerato, tuttavia non può lasciare la Francia, ha il divieto di espatrio. 

È sotto stretta vigilanza e deve presentarsi due volte a settimana per la firma in commissariato. Falso ciò che è stato scritto, ovvero che Telegram è sotto scacco. 

Vero ch la Francia vorrebbe le chiavi criptate della piattaforma per poter prendere i dati degli iscritti, tutte le conversazioni e censurare, ma è altrettanto vero che Durov non è sotto tortura ma si attende che un giudice completi l’iter di esposizione dei capi di imputazione a lui ascritti, e tra questi Telegram non è ovviamente neppure nominato. 

La Francia dovrà comunque rispettare il diritto internazionale, può certamente tenere Durov in questa condizione, ma non può in alcun modo metterlo sotto sequestro. 

Davide Zedda

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Editoriale 30 Agosto 2024

Lo abbiamo visto e ve l’ho raccontata nella notte, Pavel Durov è stato rilasciato dietro cauzione (cinque milioni di euro), ed ha immediatamente abbandonato (così pare ma non vi è il sigillo della certezza, attenzione), Parigi attraverso un volo privato non di sua proprietà, abbiamo visto giusto ieri che Durov sostanzialmente non possiede nulla, per scelta, quindi il volo (nel caso), se lo è pagato. Ignora la destinazione, Macron beffato, perché alla fine Durov in Francia è possibile non lo si vedrà mai più per quanto ora per legge ci sarà un giudice che dovrà contestare a Durov vedremo esattamente che reati e vedremo come si evolverà la situazione che ad ogni modo sa tanto di buco nell’acqua. 

Tutto ciò (l’arresto di Durov), nei giorni (abbiamo visto i documenti), in cui Zuckerberg ha ammesso ciò che sapevamo. Il gruppo META era al servizio della Casa Bianca e si tutti gli altri governi occidentali per bloccare sui propri social qualsiasi notizia e/o informazione che non fosse in line con il pensiero unico dominante in riferimento alla farsa pandemica. 

Peraltro il clamore intorno al caso Zuckerberg è tale soltanto ai fini dell’ammissione di colpa di mister META che di fatt ha fatto sapere ciò di cui eravamo già ovviamente a conoscenza. Lui censurava e depistava, Durev dava e continua a dare piena libertà. Morale della favola? 

In questi giorni la app di Telegram ha avuto un boom di download risultando la più scaricata in assoluto per il semplice motivo che la gente ha aperto gli occhi, ha saputo di essere non solo censurata ma in primis intercettata e spiata in qualsiasi attività svolta sui social META con tanto di dati (quelli degli utenti), in mano alla speciale commissione europea.

Davide Zedda

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