Quello ai danni di Donald Trump è il più clamoroso in termini di visibilità mediatica planetaria e gravità perché stiamo parlando dell’ex presidente degli Stati Uniti che sta volando verso la nuova rielezione. Come dire, già la memoria collettiva è corta, ma ovviamente Trump fa ombra a tutto e tutti. A cosa mi riferisco?
Al fatto che al netto delle legittime valutazioni individuali la cosiddetta democrazia occidentale sta presentando il conto, un conto salatissimo. Hanno ucciso il presidente iraniano Raisi, hanno quasi ucciso il primo ministro slovacco Fico, hanno ucciso un membro della scorta di Orban.
Insomma, chi disobbedisce all’agenda della cosiddetta agenda democratica occidentale, ch va contro quel pensiero unico dominante, ecco che rischia grosso. E non attendono tanto per colpire, stanno colpendo. Che siano impauriti o meno poco importa, agiscono. Gli vai contro? Qualcosa di brutto ti succede.
Sapevamo che il 2024 sarebbe stato caratterizzato da queste situazioni, così è stato. E il 2024 è ancora lungo.
Oltre che un anno decisivo per le sorti dell’intera umanità.
Ancora una una volta la cronaca ci mette davanti ad un fatto ampiamente discusso ed anticipato nelle dirette del lunedì alle 21:00 dove avevamo sostanzialmente annunciato guai per Trump per farlo fuori dalla corsa per la rielezione alla Casa Bianca. Così è stato, con Biden che non vuole farsi sostituire e con Trump che vola nei consensi, non resta che creare un’emergenza che blocchi le elezioni oppure fare fuori fisicamente Trump.
Quello di stanotte è stato certamente un attentato, c’è soltanto da capire se chi ha sparato avesse o meno il compito di uccidere. Sì, ci sono persone talmente specializzate che possono procurarti una piccola ferita o mandarti al creatore. Evidentemente Trump ha ricevuto un avviso, difficile pensare alla solita storiella del giovane armato che sbaglia i colpi.
Il fatto resta ad ogni modo di una gravità assoluta. Quegli spari sono anzitutto degli spari contro la pace, che negli USA vuole solo e soltanto Trump. Ovviamente l’attentatore è stato ucciso tale per cui non potrà parlare e così verrà cancellata qualsiasi prova. Mai sapremo il mandante, mai il vero esecutore. Non sappiamo se sia vivo o morto, non lo si morto perché dicono che è morto. Ci sarebbero tante altre cose da mettere in evidenza, ma siamo davanti al tentativo disperato da parte della CIA e più in generale dello stato profondo americano e mondiale di far fuori Trump dalla corsa alla Casa Bianca, corsa trionfale che non potrà neppure essere fermata dai brogli.
Il messaggio è però chiaro: o ti fermi o prima o poi muori.
Ieri abbiamo visto e commentato il video. Il missile che ha colpito l’ospedale di Kiev uccidendo anche sette bimbi, è un Patriot ucraino da loro stessi lanciato. Ma per la vergognosa stampa italiana si è trattato di un attacco russo voluto da Putin.
Di Gaza non resta più nulla, solo polvere e morti. Ma la stampa italiana non ne parla e nulla fa vedere.
Per la cronaca (e con una preghiera per i bimbi ucraini morti, i bambini non si toccano e non esistono bambini buoni e cattivi, da uccidere oppure no), sono ben sedicimila i bambini palestinesi uccisi a Gaza dai nazisti di Israele, ovvero l’equivalente di una camminata di dieci chilometri dove ad ogni passo si ha di fianco un bimbo morto ammazzato.
Alla lettura di questo pezzo vi chiedo un pensiero o una preghiera per queste anime innocenti, più in generale per la pace.
Il tema guerra è maledettamente sottovalutato, in estate dimenticato.
Siamo seduti su una polveriera, la guerra (le guerre), toccano tutti.
IL COMMENTO | Occorre necessariamente partire dal mio editoriale del mattino (ecco il link, leggetelo), mentre in questa mappa abbiamo la prova che il problema speculazione energetica non è un problema solo sardo come vogliono farvi credere, ma nazionale. Qui i progetti offshore, ovvero gigantesche pale alte duecento metri di immensi parchi eolici in mare davanti alle nostre coste.
Speculazione energetica e distese di spaventose pale eoliche alte duecento metri ed impianti fotovoltaici senza fine, il tutto a devastare il terrorismo e il paesaggio senza nessun ritorno economico. Ne ho parlato tante volte, anche in diretta. Il problema non soltanto sardo, sono quasi novanta i progetti approvati in Italia che porteranno a quanto già sta accadendo in Sardegna, storicamente ancora una volta apripista di una tragedia tutta italiana, non solo isolana. Riguarda tutti! La mano è quella del governo Draghi (ricordatevi le forze politiche che vi stavano dentro e lo sostenevano).
Di pomeriggio pubblicherò la mappa dei novanta siti di terra e mare (ma è solo l’inizio), mentre ora faccio il punto della situazione.
Pale eoliche alte duecento metri e nocive per la salute, così enormi che si è dovuta modificare la viabilità interna per permetterne il trasporto. Non è questione che il popolo sardo e quello italiano si sono svegliati tardi, è molto peggio! Il problema è che a forza di guardare al dito e non alla Luna ci si è svegliati ora che non si può più fare niente per bloccare quanto già irrimediabilmente stabilito. Un meccanismo delinquenziale studiato dal governo Draghi che prevede perfino gli espropri delle terre (terre fertili, si arriverà alla fame), senza possibilità alcuna di opposizione. Parchi eolici in mare, distese di fotovoltaico come in Cina. Si va alla totale devastazione del paesaggio (difeso dalla Costituzione), non solo sardo ma italiano.
Nessun rientro economico, gravissimi i danni alla salute.
Non ci si può svegliare oggi, non c’è più nulla da fare. Quella legge non doveva passare. Oggi chi la osteggia, la votò.
In Sardegna Solinas fece finta di nulla, la Todde faceva parte del governo Draghi.
C’è stata una manifestazione di protesta che poi è stata anche una festa a Saccargia, uno dei luoghi più belli della Sardegna che verrà devastato da pale e pannelli. Non erano presenti un milione e seicentomila sardi, ma meno di mille.
Ora un presidio al porto di Oristano (grazie, un grazie sincero, sono a vostra disposizione), da dove si muovono i primi mezzi che trasportano le torri. Serviva una nuova Pratobello (io so cos’è), non c’è e non ci sarà: tutti al mare!
L’unico che ha provato qualcosa è stato un uomo in carrozzina, come fosse il giovane di piazza Tienammen ha cercato di bloccare i mezzi pesanti e le pale.
Ha lanciato un appello: tutto il popolo sardo qui! È rimasto ovviamente solo e inascoltato.
E la Regione Sardegna che fa? Non si oppone e approva una legge vergogna per individuare i siti idonei, solo il termine fa incazzare “idonei”, di luoghi idonei per questa merda non ne esistono. Che cazzo idonei!
Il Governo sardo non ha chiamato a raccolta il popolo, ha chinato il capo e detto sì. Così è in Sardegna e così è in Italia. Schiavi, servi!
Mentre si resta in attesa del voto all’emendamento presentato dal senatore Claudio Borghi per la cancellazione degli obblighi vaccinali in riferimento alla legge Lorenzin, e diciamolo subito, le probabilità che essa venga meno (intendo la legge Lorenzin), sono praticamente nulle, acque agitate in Puglia (non è la prima volta che ne parlo), dove è stata ufficialmente depositata una
proposta di legge “Disposizioni per l’esecuzione degli obblighi di vaccinazione dei minori”, ciò in data 8 luglio dai consiglieri Fabiano Amati e Paolo Campo prevede per l’iscrizione a scuole dell’infanzia e ai servizi educativi e ricreativi per l’infanzia e la prima infanzia, pubblici e privati, l’aver assolto agli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente, incluse le vaccinazioni raccomandate dal Piano nazionale prevenzione vaccinale vigente.
Le sanzioni per gli inadempienti arrivano fino a 2500 euro.
Detto così è tutto fatto e compiuto, in realtà occorre vedere se la proposta di legge verrà messa al voto e se diverrà legge. Per quanto molti avvocati dicano che tutto ciò è illegale e illegittimo, così in realtà non è perché si tratterebbe di una legge regionale, dunque legge vera e propria su quel territorio specifico. Un errore che non si deve commettere ma che vedo purtroppo come un modo di ragionare, è quello del (faccio un esempio), tanto io non vivo in Puglia.
Un po’ come il caso Sardegna (molto presto), dopo averne parlato nelle live ne parlerò anche qui e sputerò veleno contro tutto e tutti perché la vicenda nonostante la sua gravità e nonostante il fatto che rappresenti un problema non solo sardo ma nazionale, va raccontata per ciò che è.
Un tempo in estate si preparavano gli autunni caldi, ora (e da tempo), non occorre arrivare in autunno, lavorano sporco ma apertamente anche in estate. Anzi, come detto pochi giorni fa, in estate preparano le cose brutte. E come dico dall’inizio dell’anno, il 2024 sarà un anno molto difficile. Non lo vede soltanto chi ha deciso di non vederlo.
IL COMMENTO | Dal suo yacht da 300 milioni di dollari alimentato da 4 motori diesel a combustione che consumano quantità enormi di carburante per ogni ora di navigazione, Mark Zuckerberg manda un grosso saluto a tutti i gretini beoti che si sentono migliori per aver spento i condizionatori, lasciato il tappo sulle bottiglie e si complicano la vita con le auto a pile.
Ma non solo, perché Mark Zuckerberg, noto per il suo attivismo sul cambiamento climatico, mostra il suo nuovo mega yacht da 300 milioni di dollari.
Il mega yacht da 287 piedi di Zuck è alimentato da quattro motori diesel MTU e può raggiungere una velocità massima di 24 nodi. Le élite americane ci ridono in faccia.
Era il 20 maggio 2024 quando scrissi quanto segue. Quando la falsa controinformazione ed i profeti di sventura annunciavano i 30 chilometri all’ora a Bologna parlando di prossimo passo città dei quindici minuti, io sostenevo che temo pochi giorni e nessuno avrebbe più rispettato quegli assurdi limiti di velocità che comunque nulla avevano a che fare con le città dei quindici minuti che peraltro in Italia non vi saranno mai per la conformazione geografica stessa delle città italiane e per i servizi che non esistono, tali per cui (i motivi indicati), ci mostrano come le città dei quindici minuti in Italia non sono possibili.
A Bologna, non solo nessuno rispetta più il limite dei trenta chilometri, perfino la municipale non segue più la questione. Morta e sepolta nel giro di pochissime settimane. Ciò dimostra che se il popolo è unito e non rispetta le regole, il sistema sventola bandiera bianca a qualsiasi livello.
E Milano?
Dei trenta chilometri orari non se ne farà nulla, è stata annunciato ufficialmente. Pensate che secondo uno studio del MIT, il limite dei 30 provoca maggiore inquinamento. Ciò perché i motori termici sono progettati per avere la migliore efficienza intorno ai 70/80, in più il limite, ovviamente aumenta i tempi di percorrenza.
E poi
Cosa fa la falsa controinformazione? Se ne assume i meriti. E no, il merito è dei cittadini di Bologna e Milano. Andate a fare in culo! Un grandissimo applauso a chi disobbedendo a mandato all’aria questo assurdo provvedimento dei trenta chilometri orari.
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